mercoledì 24 luglio 2013

Uno spettacolo Sui Generis








La protesta può assumere diverse forme.
Ma anche uno spettacolo può assumere forme diverse. E anche una torta...
Ma quest'ultimo caso non ci riguarda.
Ci riguardano, invece, molto più da vicino, i primi due esempi, la protesta e lo spettacolo. Quando si parla di protesta(ultimamente) si pensa a barricate, fumogeni e altri oggetti volanti o, per contro, a documentazioni che dovrebbero restare segrete, spiattellato su qualsiasi blog o sito. A volte però, raramente e quasi per caso, la protesta può essere creativa, profonda e divertente. Può sfiorare aspetti poco toccati dai media perchè scomodi o non degni della ribalta della cronaca oppure, può essere una protesta intima, che racchiude un disagio che tutti abbiamo conosciuto.
Lo stesso vale per uno spettacolo naturalmente. Anch'esso può essere mainstream, termine ormai abusato e come accade per queso genere di abusi ormai privo di significato, oppure può essere per un pubblico di nicchia, categooria, se possibile, ancora peggiore. Può essere un concerto o una pièce tetrale ma raramente tutte queste cose.
Fandonie.
Se studiato bene uno spettacolo può avere un po' di tutto questo e anche di più. Può parlare di politica, società, amore, grandi drammie piccoli piaceri unendo il concerto al teatro.
Prendendo spunto dai lavori di Luporini e Gaber, strizzando l'occhio ad un cantautorato di qualità, Luciano De Blasi e i Sui Generis imbastiscono uno show capace di stupire per il ritmo e la musicalità. Naturalmente c'è ancora qualcosa da aggiustare ma questo non significa che possiate perdervelo. In un rutilante succedersi di pezzi "lo spaesato" amnesico protagonista della storia, cerca di riconquistare un'identità nazionale spesso data per scontata. non vi svelerò il finale, altrimenti avreste scuse per disertare ma vi lascio un assaggio....




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