Per concludere in bellezza un anno che
potremmo definire intenso, nulla di meglio di un salto fuori dalla
routine, dagli impegni e da tutto quello che ci fa sentire adulti.
Chi di voi non ha mai sognato di essere
un pirata. Oppure di volare grazie ad una polverina magica.
Ok, non quella, malpensanti, intendo
quella delle fate perchè in fondo, magari per alcuni molto in fondo,
dentro di noi c'è un bimbo che aspetta solo l'occasione per prendere
una spada di legno e giocare. Se fino a qualche tempo fa un
ragionamento del genere avrebbe scandalizzato i più, oggi,, in una
società che guarda ai supereroi come ai nuovi santi, un paio d'ore
di fuga sono la cosa migliore che può capitare in una settimana di
impegni.
La storia la conoscete bene, è quella
di un bambino che, non volendo crescere, si rifugia su un'isola in
compagnia di altri bambini e, nelle sue numerose avventure, incontra
indiani, pirati e fate. Quello che forse non tutti sano è che Peter
Pan, questo è il nome del nostro eroe, nasce, ma soprattutto si
sviluppa, come personaggio legato al mondo del teatro ed è proprio
sul palco che il ragazzo senza età dà il suo meglio. Non voglio
tediarvi con l'immenso successo riscosso dal 2006 a oggi, solo il
primo anno lo spetacolo ha avuto qualcosa come 160000 ingressi,
vorrei piuttosto raccontarvi cosa vi aspetta se avrete voglia di
leggere. Come ho detto prima, la storia, ben nota, rischia di
risultare noiosa se raccontata senza la giusta passione e la
recitazione, vero punto di forza dello spettacolo in questione, deve
discostarsi, per quanto possibile, dalle ben note trasposizioni
cinematografiche. Come fare allora?
Trovando una giusta via di mezzo tra la
tradizione e il presente. Con una strizzata d'occhio ai grandi
protagonisti cinematografici, ne sono un chiaro esempio Spugna e i
fratellini della bravissima Wendy, e la capacità di stare al passo
coi tempi Peter Pan non può lasciare indifferenti. Il fantastico
Capitan Uncino, conosciuto dai bambini per la trasmissione l'Albero
Azzurro, coi suoi pantaloni in pelle e stivali da rocker omaggia
grandi, e piccoli, della musica citando i Kiss e ballando la Gangnam
Style. In contapposizione naturalmente non può che esserci l'eterno
ragazzo che si nasconde in tutti noi, un funambolico Peter capace di
tenere col fiato sospeso grandi e piccini con le sue evoluzioni. A
fare da contorno filmati e laser, idea geniale per rendere wendy un
elemento sempre presente. È difficile decidere da che parte
schierarsi. Se normalmente il vecchio Giacomo, personaggio che
richiama chiaramente la figura paterna, attira su di sé le antipatie
dei piccoli per le azioni deprorevoli e per l'incoscia paura di
crescere, questa volta riuscirà ad afascinarvi coi suoi modi di fare
da guascone. Per contro Peter, eterno bambino che, ottusamente, non
vuole crescere, ancora una volta fa trasparire,in un'allegria a volte
forzata, un pizzico di malinconia che vi farà riflettere. Usciti dal
teatro non potrete non riflettere su chi, tra i due, abbia ragione,
la cosa importante è che non dimentichiate mai che, se vorrete
ritrovare i vostri eroi, la strada è sempre quella, seconda stella a
destra e poi dritti fino al mattino.
Vi lascio augurandovi buon anno, se vi và.
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