domenica 21 ottobre 2012

Degas. L'occhio, le donne, il colore







"Bisognerebbe fucilare chiunque pianti  il cavalletto en plein air"
E. Degas



Riassumere in così poco spazio la vita e le opere di uno dei più grandi artisti del diciannovesimo secolo è praticamente impossibile oltre che fuori lougo.

Potrebbe, invece, risultare più interessante sottolineare cosa distingueva Edgar Degas dal gruppo di artisti che, tra il 1874 e il 1886, partecipò ad una serie di esposizioni passate alla storia. Esposizioni che videro coinvolti quelli che sarebbero poi divenuti i capisaldi dell'Impressionismo da cui però, Degas, nel corso della sua produzione artistica, si differenziò. Se, infatti, uno degli aspetti essenziali dell'impressionismo era quello di dipingere all'aria aperta per cogliere e fissare i colori della natura sulla tela, con Degas le scene rappresentate, spesso, sono ambientate in spazi chiusi. Ciò che più interessava l'artista parigino era la figura umana e, in particolar modo, quella femminile. Nelle opere esposte ala Promotrice è evidente l'interesse per personaggi che poco avevano a che fare con i temi classici dell'impressionismo. Ballerine, prostitute ma anche persone comuni diventano protagoniste di opere che le ritraggono in momenti della vita fino ad allora raramente rappresentati. Le donne dipinte sono colte quasi di sorpesa, rappresentate nell'intimità attraverso pochi tratti essenziali e, al contempo, dinamici. Lo studio del movimento, infatti, fu uno degli argomenti centrali su cui si svilupparono le ricerche di Degas. Grazie ai suoi studi sulla scomposizione del movimento ottenuta tramite la cronofotografia, in questo campo celebre il lavoro catalogativo di Muybridge, Degas approfondisce ulteriormante la conoscenza del dinamismo. Dinamismo che risulta evidente nei bronzi, postumi, e nella serie delle ballerine.
Naturalmene questo non basta a differenziare il genio di Degas da quello di tutti gli altri impressionisti. È infatti importantissimo ricordare che, con l'emergere di questo stile pittorico, si assiste ad una rivoluzione senza pari. Per la prima volta ci si allontana dalla figura, e da un certo formalismo di maniera, per rompere il muro dell'immaginario. Se prima era importante la somiglianza al soggetto e con essa tutta una serie di specifiche tecniche da rispettare, adesso, attraverso l'occhio impressionista è importante ciò che viene percepito. Se prima il soggetto era l'opera ora assistiamo ad uno slittamento che da più importanza allo spettatore. 
Questi sono solo alcuni degli aspetti che fanno di Degas forse il più grande innovatore nella corrente impressionista e, questa mostra, ha il pregio di mostrare le varie sfaccettature presenti nei lavori dell'artista francese. Tra le varie opere trovano posto lavori meno celebri quali, ad esempio, “Scene di guerra nel Medioevo” e "Semiramide alla costruzione di Babilonia" . Queste opere, appartenenti al ciclo di dipinti storici prodotti da Degas, si discostano dalle linee classiche della produzione Degassiana. In queste opere, infatti, sono nettamente riscontrabili le influenze di artisti amati dall'autore quali Signorelli, Giotto e Piero della Francesca. Attraverso la dinamicità dei corpi nudi l'autore risce a trasmettere l'angoscia delle protagoniste, vittime di violenza. Dinamicità meno evidente nella semiramide, opera incompleta in cui è ravvisabile l'influenza dei lavori di Piero Della Francesca.
La mostra presentata alla Promotrice delle belle Arti ha la capacità di proiettare lo spettatore fuori dal tempo facendolo precipitare tra le grandi esposizioni parigine di fine secolo. È quasi palpabile un leggero slittamento dalla realtà tanto che, all'uscita, è possibile che vi stupiate di essere ancora a Torino, nel XXI secolo e non nella fumosa Parigi davanti magari ad un cafè in compagnia di qualche ballerina





Il presidente del Musée d'Orsay, Guy Cogeval
e il curatore della mostra Xavier Rey 















Un particolare della Semiramide non completato dall'artista che attesta quanto Degas si rifacesse ai canoni rinascimentali










Studi cronofotografici che Degas utilizzò per l'analisi del dinamismo
















































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