Qual è, se ne esiste uno, il confine
che separa arte e moralità? Si è dibattuto spesso su questo
argomento e, ancora oggi è argomento di discussione. Credo che non
sia definibile un confine entro il quale un'opera può essere
definita morale, naturalmente entro certi limiti. La domanda cardine
su cui però è incentrata la discussione relativa alla mostra Human
Body, in esposizione al Palaolimpico di Torino dal 29 settembre al
13 gennaio, è un altra. Ma procediamo con ordine.
Dopo aver riscontrato un successo
straordinario in alcune delle più grandi capitali mondiali, a New
York la mostra è stata vista da più di due milioni di persone, i
corpi oggetto di tante polemiche approdano nella capitale sabauda,
poco incline, in genere, a polemiche così accese. Perchè ad essere
sinceri, raramente è accaduto di assistere ad una tale bagarre che
coinvolgesse le istituzioni, il mondo accademico e la stampa
contemporaneamente. Ricordo che
l'esposizione è presentata in Italia dalla Fondazione Umberto
Veronesi e, tra gli scopi principali di questo progetto c'è quello
di allontanare gli adolescenti, e non solo, dal vizio del fumo. Se
da un lato, però, c'è chi accusa i curatori di The Human Body
Exhibition, questo il nome
completo della mostra, di voler colpire il pubblico con facili
sensazionalismi, dall'altra assistiamo ad un'indignata comunità
scientifica che storce il naso e accusa il curatore dell'esposizione
in maniera più o meno velata di scarsa scientificità.
Dai lavori di Von Hagen a oggi il
pubblico si è, per così dire, abituato a vedere corpi umani esposti
per differenti motivi. Secondo alcuni è arte, secondo altri è un
affronto alla pubblica morale e, ultimi ma non meno importanti,
secondo una larga fetta di pubblico e addetti ai lavori queste
esposizioni sarebbero più correttamente legate al mondo della
scienza. O almeno così sembra. La
stessa comunità che, appena qualche secolo fa, propugnava il
progresso della scienza davanti a tutto, a volte anche della vita
umana. Bisogna ricordare, infatti, che uno dei più grandi uomini di
scienza italiani del XIX secolo, Girolamo Segato, scoprì un metodo
per la conservazione dei cadaveri basato sulla mineralizzazione dei
tessuti, capace di rendere questi ultimi simili a pietra. Il
Pietrificatore, così
fu chiamato il Segato, morì portandosi nella tomba il suo segreto,
così come fece Raimondo Di Sangro, suo predecessore, circa un secolo
prima. A ben vedere sembra che l'utilizzo di cadaveri, per scopi più
o meno scientifici, sia quindi un'usanza più volte attestata, per
questo, personalmente, non capisco tutte le polemiche scatenatesi
rigurdo a quella che è, e rimane, un'esposizione che si può
visitare se e quando si vuole.
Devo ammettere che è facile sollevare
falsi moralismi e scagliarsi contro la strega di turno. Così come,
d'altra parte, è vero che fare successo sconvolgendo il pubblico non
è nulla di nuovo. Il fulcro della questione, come precedentemente
accennato, è comprendere il perchè una tale esposizione è stata
creata e, soprattutto con quale scopo. Secondo l'autore, e gli
organizzatori, lo scopo principale della mostra, che ha raccolto più
di 20.000.000 di visitatori in tutto il mondo, è prevalentemente
didattico. La Fondazione Umberto Veronesi, partner nella promozione
dell'evento, insiste su questo aspetto inserendo Human body in un
programma di educazione al vivere sano. I soggetti principali a cui è
rivolta quindi questa mostra sono i ragazzi che, vedendo tra le altre
cose l'effetto del fumo sui polmoni umani, avranno un motivo in più
per tenersi lontani dal tabacco e dai danni ad esso collegati. Devo
ammettere che alcune sezioni potrebbero risultare un po' ostiche ai
deboli di stomaco ma, fondamentalmente, è una mostra in un luogo
chiuso, senza esposizioni aperte al pubblico e con un certo costo
d'ingresso. Le polemiche relative alla moralità dell'evento credo
che siano quindi eccessive. Se si desidera visitarla si sa a cosa si
va incontro.
Un ultimo sguardo alle sezioni presenti
è d'obbligo. La parte iniziale, con corpi i posizioni relativamente
statiche è interessante, notevole tra le altre cose l'installazione
con lo scheletro e la massa muscolare della stessa persona che si
tengono le mani. La sezione successiva presenta sezioni dei diversi
organi e corpi più dinamici. Qui sono mostrati anche alcuni organi
colpiti da tumori e malattie. L'ultima grande sezione è dedicata
alla procreazione e allo sviluppo del feto e, forse, è la parte più
bella di tutta la mostra.
La
mostra, per come è strutturata, risulta piacevole ed istruttiva,
merito anche delle tavole esplicative e degli studenti di medicina
che accompagnano i visitatori. Naturalmente alcune aree risultano più
interessanti di altre, prima tra tutte la sezione dedicata alla
procreazione, ma nel complesso ogni sezione può offrire interessanti
spunti di riflessione ad adulti e bambini.
In definitiva credo che Human Body
sia un'esperienza da provare a prescindere da giudizi e preconcetti
che posso risultare bacchettoni.
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