sabato 8 ottobre 2011

Syne

Eccoci finalmente di nuovo nel famelico mondo dell'arte. Un mondo nel quale, come ben sapete, non è facile galleggiare. Ogni tanto, in questo mare pieno di escrementi, emerge qualcuno che grazie al talento e a tanta fatica si pone su una piccola zattera di meritata fama. Questa volta è toccato ai Syne.
Quando si parla di una band emergente è facile cadere in luoghi comuni del tipo: "bello, sì, ma sembra troppo Pinco" oppure "non male, anche se si sente che hanno copiato da Pallino".....
Per fortuna in questo caso il discorso è diverso. Naturalmente è possibile cogliere le diverse esperienze e i differenti gusti dei singoli membri ma questo non pregiudica l'originalità del lavoro. In Boundaries of Hope i diversi generi si fondono in un melange omogeneo davvero interessante. Naturalmente non è questo il luogo per un'analisi tecnica dell'album, anche perche non ne sarei in grado, credo che però sia interessante soffermarsi un attimo su alcuni aspetti dell'album, entriamo quindi un po' più nello specifico.
È interessantissima la sezione ritmica di tutto l'album, in particolar modo la batteria, capace di tessere una trama ricca di variazioni e controtempi arrichita dai piatti che in alcuni brani fungono da linea portante. Naturalmente il basso  bene si amalgama creando un sottotesto pulsante e potente. Per quanto concerne la chitarra è impossibile non apprezzarne la tecnica che emerge negli accompagnamenti e in alcuni assoli riconducibili alla più pura tradizione prog. Un'ultima nota è d'uopo per la voce. Il cantante riesce magistralmente ad intervallare una voce morbida a passaggi sabbiati  e graffianti, capaci di dare ai pezzi quella marcia in più così difficile da trovare.


Voto: 8 1/2

p.s.
In questi giorni i Syne hanno vinto praticamente tutto al Cuorgnè Rock Festival!


http://www.syne.it/Syne_Official_Website/index.html
https://www.facebook.com/?ref=logo#!/syne432?sk=app_2405167945

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